top of page

Le origini

Arthur Hugo Cecil Gibson, dipendente della Autoped Company, fu il primo a progettare nel 1913 e successivamente a brevettare nel 1916 il primo monopattino motorizzato per adulti. Per sottolinearne il primato e dunque evidenziarne il marchio di fabbrica il monopattino assunse proprio il nome di Autoped.

Inizialmente veniva utilizzato come mezzo personale della polizia locale di New York, successivamente grazie soprattutto a slogan pubblicitari fu possibile renderlo accessibile anche ad una maggiore porzione di popolazione.

Il suo lancio sul mercato coincise inoltre con un periodo di riforme politiche e lotte per maggiori libertà per il mondo femminile molto intenso e burrascoso, divenne infatti un simbolo di emancipazione femminile. Slogan come "The Autoped girl" oppure immagini della nota suffragetta Lady Florence mentre si recava al lavoro con questo nuovo mezzo divennero subito famosi. Molte donne iniziarono ad utilizzarlo perché quasi nessuna al tempo possedeva una patente di guida.

Ben presto la fama di questo nuovo mezzo di trasporto catturò anche l'attenzione di coloro che abitavano oltre oceano, non solo acquisterà notorietà in Europa, ma inizierà ad essere prodotto anche in Germania.

Il monopattino riuscì dunque a catturare l'attenzione di grandi quantità di consumatori, nonostante inizialmente fosse stato etichettato come "giocattolo per ricchi". Ben presto in sella a questi nuovi mezzi innovativi si videro fattorini, postini e successivamente venne introdotto anche all'interno di basi militari e aeroporti.

Negli anni seguenti anche altre aziende decisero di lanciare sul mercato il proprio monopattino, per esempio troviamo Skootamota dell'azienda ABC Motorcylces, oppure Reynolds Runabout della Gloster Aircraft Company.

Tuttavia, indipendentemente dalla casa di produzione, si trattavano tutti di modelli decisamente poco stabili, difficili da e scomodi sia da guidare che successivamente da gestire una volta che si era giunti a destinazione. Con il passare del tempo vennero aggiunti anche freni e luci per garantire maggiore sicurezza alla guida, accompagnati poi da marce, paragambe e sospensioni.


Photo by "Storica National Geographic"


Dopo il boom di popolarità e di acquisti di massa, la fama di questi monopattini fu decisamente altalenante. Per questo motivo è necessario compiere un salto in avanti nel tempo, precisamente a fine anni Novanta.

Fino ad ora abbiamo parlato solo di monopattini motorizzati, dunque alimentati a gas. Nel 1990 il monopattino venne rivoluzionato grazie a Wim Ouboter, il quale riuscì a rendere il mezzo completamente elettrico, più leggero e portatile.

Non venne riscosso grande successo all'inizio, ma l'inventore non si diede per vinto. Decise di continuare a lavorare a questo progetto, idealizzando un modello composto da tre ruote, un progetto reso possibile grazie alla collaborazione che fece con l'azienda di articoli sportivi K2. Grazie a quest'ultima il prodotto venne presentato alla fiera internazionale dello sport di Monaco nel 1998.

Il progetto piacque a tal punto che l'azienda Micro Mobility Systems riuscì finalmente a farsi conoscere e permise ad Ouboter di progettare il lavoro a cui aveva dedicato molti anni.

Ouboter decise di far conoscere il suo prodotto negli Stati Uniti con il nome Razor. Finalmente nel 2003 venne aggiunto il motore elettrico e divenne il monopattino elettrico come lo conosciamo noi oggi. Nel 2009 si riuscì a perfezionare la tecnologia che caratterizzava le batterie al litio utilizzate per il mezzo ed a renderle utilizzabili anche per veicoli di dimensioni ridotte come i monopattini ricaricabili da casa.


Bibliografia:

-Bucchi, Massimo. 2023. Confidenze digitali. Vizi e virtù dell'innovazione tecnologica. Il Mulino.



Comments


bottom of page